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Che fico!

  • Cecilia
  • 20 lug 2016
  • Tempo di lettura: 3 min

La foto non è un gran che, ma penso che sia abbastanza visibile l'oggetto al centro, un bel fico d'india sotto un cielo da "Messico e nuvole". Monte Alban, Oaxaca, di fichi d'india se ne vedevano di più intorno a città del Messico, ma anche qui non mancano e in tutti i mercati se ne possono comprare i frutti... così come le foglie! Avete letto bene, le foglie! Alzi la mano chi sapeva che di questa pianta se ne possono apprezzare anche le parti verdi. Che bella scoperta, più che bella, buona!

In Messico il "nopal" è un alimento molto comune e rientra nel novero delle verdure e di fatto andando a vedere la composizione si tratta a tutti gli effetti di una verdura in quanto a macro e micronutrienti, diciamo un po' più viscida di quelle a cui siamo abituati. Come tutte le piante grasse, dentro contiene una parte molto acquosa e vischiosa, che viene rilasciata durante la cottura.

La domanda che mi è sorta spontanea vedendo il consumo che si fa in Messico delle foglie di questo cactus è stata; " e perché da noi non si mangiano?", in Italia è una pianta diffusissima, perché se ne apprezzano solo i frutti? Forse perché di verdura ne abbiamo talmente tanta che non vale la fatica di levare tutte quelle spine... chissà, del resto ci sono talmente tante piante commestibili che vengono ignorate... penso all'ortica, al ramolaccio e a molte altre piante che nascono spontanee, alcune delle quali sono addirittura infestanti, ma vengono ignorate dai più, soprattutto dall'industria alimentare, così ne approfitta solo chi ha un pezzetto di terra e un po' di curiosità verso sapori antichi. Del nopal non si può dire che sia molto antico per noi, infatti è un retaggio della conquista, viene dal mesoamerica, prima non si conosceva, ma mi sembra che si sia adattato benissimo al clima mediterraneo.

Le foglie che vengono utilizzate per cucinare sono quelle più giovani, i nopalitos, perché più tenere. Il sapore è un po' acidulo, assomiglia vagamente al cetriolo cotto, ma molto vagamente, perché a me i cetrioli cotti non sono mai piaciuti, il nopal invece mi piace assai. Si cucina lesso, lesso e ripassato, oppure sulla piastra o sulla griglia a secco. La ricetta che propongo è lesso e ripassato con aglio, cipolla, epazote e origano....

Che cos'è l'epazote.... altra scoperta, da noi però questa pianta non esiste, anche se è parente di bieta, spinaci e quindi anche di quinoa e amaranto, ma in Italia non l'ho mai vista. Come foglie ricorda la bietolina piccola, il sapore invece è più pronunciato con vago sentore di limone. Si usa come pianta aromatica e come pianta medicinale per i disturbi di stomaco. In Italia lo sostituirei con dragoncello, erba cipollina o un'altra pianta che non so come si chiama ma che ha un vago sentore limonoso...

eccoli qua! Epazote a sinistra e nopal a destra, ovviamente già espinato e pronto alla cottura. Dell'epazote si prendono le foglie, eliminando i rami duri... se a qualcuno dovesse venire in mente di fare un giro in Messico e mettersi pure a cucinare.... ecco la ricetta.

Per 2 persone

7/8 nopalitos

4/5 rami di epazote oppure altra erbetta aromatica

1 spicchio d'aglio

1 cipolla piccola

origano

sale

Preparazione

Lessare le foglie per una decina di minuti, finché non diventano tenere, levarle dal fuoco e lasciarle freddare un po'. Preparare un soffritto di aglio e cipolla. Lavare e tagliare l'epazote a striscioline piccole, tagliare anche il nopal a strisce e ripassare in padella con il soffritto, condire con sale e origano. Servire caldo e leccarsi i baffi.

Nopalitos messi nell'acqua a lessare

Nopalitos messi a ripassare in padella con aglio, cipolla, epazote, origano e sale.

Grazie a Ilaria e internet per questa ricetta. Ilaria è una venditrice di oggetti da cucina in legno, dipinti a mano da lei; l'abbiamo conosciuta al mercato di Oaxaca. E' stato un incontro molto divertente, perché dopo che ci ha venduto alcuni dei suoi manufatti, l'abbiamo incrociata altre due volte lo stesso giorno e lei ogni volta ci riproponeva la sua merce prima di riconoscerci. Il giorno dopo l'abbiamo incontrata al mercato di Tlacolula, poco distante da Oaxaca, ma lì l'ho riconosciuta immediatamente e ho preceduto il suo gesto di rito, quello di chi ti mostra qualcosa per venderlo. Oggi ci siamo bevuti una cioccolata calda insieme, vabbè non apro la parentesi cioccolata perché bisognerebbe parlarne per ore di quanta ce n'è qui e soprattutto di quanto sia buona..., e parlando mi ha fatto una carrellata di tutti i piatti meravigliosi che ci sono in Messico, e così tra una tortilla e un taco è uscito fuori anche il nopalito e le ho rubato questa ricetta.... Il suo pueblo si chiama Santa Cecilia... è da lì che vengono tutte le venditrici di separador de libros, cucharitas colorati che si incontrano perfino a città del messico (a circa 6 ore di distanza)...

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