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...dalle Ande agli Appennini... tortino di quinoa con broccolo romanesco e verza

Perù, Chinchero, due donne intente a schiacciare le patate per asportarne la buccia e farle seccare al sole.


La foto vuole essere solo evocativa... è da qui, dalle magnifiche Ande, che oltre alle patate, proviene anche la quinoa. La quinoa in Perù si coltiva ad altitudini per noi da capogiro, anche fino ai 4000 m.s.l., per i peruviani da capogiro è invece il costo di questo alimento che da qualche anno a questa parte, a causa della forte domanda da parte dei paesi occidentali, è diventato un prodotto di lusso; alla base dell'alimentazione da sempre, oggi è un privilegio di pochi.

Da alcuni anni la quinoa si coltiva anche in Italia, non è raro ormai trovare negli scaffali dei supermercati la quinoa di Colfiorito. Sembra che qui si stia verificando un processo inverso: da prodotto di nicchia, conosciuto da pochi, adesso a conoscerla e ad iniziare ad usarla sono in molti e il prezzo inizia a scendere.

Sì, ma che cos'è?

E' parente degli spinaci, della bieta e della barbabietola rossa, eppure ha caratteristiche nutrizionali simili ai cereali, tanto da essere definita da molti "pseudo cereale", il sapore invece se ne discosta, lasciando interdetti coloro che assaggiandola si aspettano di trovare un gusto di riso o di orzo. A me piace molto, la mangio abitualmente, in genere "ruvida", condita solo con olio (ormai l'avrete capito che per me "ruvido" significa basico, poco lavorato, grezzo). Oggi invece mi sono cimentata in una ricetta molto più elaborata, elaboratissima rispetto ai miei standard. Un tortino, con tanto di uova, pinoli e uvetta (ecco, questa non la rimetterei), un tortino che, ad essere sincera, mi aspettavo diverso, forse è venuto troppo dolce e delicato rispetto a quello che avevo in mente, ma avendo riscosso comunque un discreto successo, ve ne propongo la ricetta, indicando cosa varierei per migliorarla.

Ma sono in due a contendersi la scena in questo piatto montanaro: dall'appennino abbruzzese arriva a rivendicare il primato di super food estetico un ortaggio meraviglioso, ve lo presento...

Il broccolo romanesco, niente di più affascinante da osservare.

Ho usato anche le foglie, unendole alla verza e... insomma ecco gli ingredienti e la preparazione:

Dosi per circa dieci persone:

quinoa 425 gr.

broccolo 500 gr.

foglie di broccolo + verza 500 gr.

3 uova intere

olio estravergine di oliva

aglio

timo

basilico

6 cucchiai di pinoli tostati + qualcuno per decorazione finale

pepe di giamaica

noce moscata

Preparazione:

sciacquare bene la quinoa con acqua corrente, metterla a lessare in acqua fredda salata e scolarla un po' aldente. La quinoa inizia ad essere pronta quando cambia aspetto, da bianca diventa trasparente al centro con un anellino bianco intorno, come nell'immagine qui a fianco (il verde è del basilico).

Cuocere il broccolo preferibilmente al vapore e poi schiacciarlo fino a farlo diventare un purè.

Cuocere in padella con aglio e timo le foglie di broccolo e di verza tagliate a striscioline molto sottili.

Una volta che gli ingredienti saranno pronti, farli freddare e unirli tra loro, avendo l'accortezza di lasciare da parte 50 gr. di quinoa che servirà per rivestire il tortino al posto del pangrattato. Aggiungere i pinoli tostati, il basilico, le spezie, le tre uova e mescolare. Rivestire una pirofila o una tortiera di almeno 26 cm di diametro con carta da forno (io almeno ho fatto così) e stendere l'impasto. Una volta compattato bene, aggiungere la granella di quinoa tenuta da parte (condita con olio) e distribuirla ma senza schiacciarla; chi preferisce può utilizzare il classico pangrattato.

Infornare e far cuocere in forno a 180° per trenta minuti circa ed eventualmente aggiungere un po' di grill finale.

Avevo messo l'uvetta, ma non mi è piaciuto il risultato: addolcisce un piatto già tendente al dolce di suo; piuttosto metterei qualcosa che contrasta, un sapore un po' più forte, come dei pezzetti di prosciutto crudo, pancetta o (non scandalizzatevi!) dei ciccioli.

Grazie a Claudia per aver festeggiato i suoi trent'anni, dandomi la possibilità di sperimentarmi in questa ricetta e anche per i suggerimenti su come realizzarla, anche se al posto delle polpette fritte le ho portato lo sformato. Grazie all'amica di mia sorella che mi ha girato la sua versione di tortino. Grazie a Cristiano, l'aiutante magico senza il quale ogni mio piatto avrebbe la metà del sapore che ha.

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